MARITIME MONITOR
Attuazione dell'embargo delle Nazioni Unite nei confronti della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia
Nel corso del 1991 le diverse rivendicazioni indipendentiste dei compositi gruppi nazionali all’interno della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia erano divampate in maniera virulenta. Di fronte alle violenze perpetrate dal governo jugoslavo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, decise di adottare la risoluzione 713 con la quale veniva imposto un embargo di carattere economico con eccezione per le medicine ed i beni di prima necessità.
Il 10 Luglio del 1992, i ministri degli Esteri dei paesi membri del Patto Atlantico avevano deliberato un parere di carattere positivo relativamente all’intervento della Nato nell’ambito di due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza: 713 e 757. Tale missione venne denominata “Maritime Monitor”, e le unità militari erano state predisposte per un numero composito attività: la sorveglianza, l’identificazione ed il report del traffico e del transito marittimo all’interno delle acque territoriali della Rep. Fed. di Yugoslavia Successivamente il 16 Luglio del 1992 la forza navale del Mediterraneo della Nato, denominata (SNFM Standing Naval Force Mediterrean), iniziò ad effettuare il controllo ed il monitoraggio alle acque internazionali prospicenti il Montenegro. Tale operazione marittima veniva contemporaneamente supportata dal pattugliamento aereo effettuato dalle unità internazionali statunitensi, britanniche e portoghesi (Operazione “Sky Monitor”) . L’Operazione “Maritime Monitor” cooperò strettamente con l’Operazione “Sharp Vigilance” dell’UE.L’operazione “Maritime Monitor” terminò il 22 Novembre del 1992 e le attività furono sviluppate nell’ambito dell’Operazione “Maritime Guard”.