Taking too long? Close loading screen.
< Tutte le schede missioni

UNIFIED PROTECTOR

Protezione civili, mantenimento della no-fly zone e dell’embargo sulle armi

Deterrenza Peace enforcement

Le sommosse popolari scoppiate in Libia furono un ampio moto di protesta che, a partire dall’est del paese, coinvolse i maggiori centri abitati della Cirenaica, in parte anche fomentate da mercenari del Qatar. La repressione armata con cui rispose il governo libico tramutò le proteste in scontro aperto tra forze governative e manifestanti, i quali, anche grazie alla defezione di poliziotti e militari libici che disertarono, si organizzarono in gruppi armati. La rivolta esplose sull’onda di un moto di protesta generalizzato che coinvolse la Tunisia, l’Egitto e diversi altri Stati arabi. Parte della popolazione si schierò con i rivoluzionari, invocando la fine del regime quarantennale di Gheddafi.

La risposta violenta alla rivolta civile da parte di Gheddafi venne duramente condannata dalla comunità internazionale. Nel frattempo le marine di numerosi stati si posizionavano nel Mediterraneo nell’eventualità di una risposta libica, studiando nel contempo piani d’intervento militare.

Il 23 marzo la NATO cominciò a pattugliare le acque internazionali antistanti la Libia per rendere effettivo l’embargo di armi verso il Paese nordafricano. I velivoli e le navi vennero dispiegati con la facoltà di fermare e perquisire tutte le imbarcazioni sospette, ma senza mandato per entrare nelle acque territoriali libiche. Nel corso della missione, una pattuglia francese individuò un aereo che stava violando la no-fly zone e lo distrusse non appena questo fu atterrato a Misurata.

Nella città di Tripoli la zona della residenza-bunker del dittatore fu spesso oggetto dei bombardamenti, ed anche a Sirte si registrarono siti colpiti. L’operazione “Unified Protector” con il tempo allargò i suoi scopi impiegando i propri mezzi aerei per imporre il rispetto del divieto di sorvolo in Libia, impostando il centro di comando aereo a Smirne (Turchia) e il comando tattico a Poggio Renatico. Il quartier generale di “Unified Protector” restò comunque sempre nella base di Napoli.

Il 31 marzo, la NATO prese il comando di tutte le attività militari dei paesi racchiudendo in un unico comando le operazioni connesse al rispetto della zona d’interdizione al volo, all’embargo navale di armi e alla protezioni dei civili libici. Le missioni aeree, così come i lanci di missili Tomahawk, della NATO andarono continuando con attacchi a siti militari, antiaerei e alle forze di terra pro-Gheddafi, con particolare impegno dell’aeronautica francese, e britannica. In soli due giorni, fino al 2 aprile, le forze NATO condussero 178 operazioni aeree in Libia e 74 attacchi aerei, potendo contare su una forza che vantavano complessivamente 205 aerei e 21 navi, messi a disposizione da 14 paesi membri dell’alleanza.

Nella sera del 4 aprile, dopo attacchi condotti a Sirte e Brega, tutti gli aerei statunitensi vennero esonerati dal servizio attivo e inseriti nella riserva, da impiegarsi solo se lo avesse richiesto la NATO. Furono impiegati dei droni USA dal 24 aprile a Tripoli. Il 12 maggio alcuni barchini posamine veloci di Muammar Gheddafi e una batteria costiera di lanciarazzi attaccarono alcune navi NATO che avevano bloccato l’accesso al porto di Misurata da parte dei gommoni governativi. Il cacciatorpediniere britannico HMS Liverpool aprì il fuoco col cannone costringendo i barchini a ritirarsi e ridusse al silenzio i lanciarazzi. Le operazioni della NATO portarono alla conquista di Tripoli, Sirte e di quasi tutta la Libia. Il 20 ottobre 2011 Gheddafi venne ucciso dai ribelli mentre si nascondeva; ciò comportò la definitiva liberazione della Libia, e a fine ottobre le forze della NATO si ritirarono.

Alla fine, l’Operazione aveva assicurato la sorveglianza marittima di 61.000 miglia quadrate, controllando 3.00 vascelli ed abbordandone circa 300. Gli assetti navali intervennero direttamente nel salvataggio in mare di 600 migranti. Gli assetti aerei effettuarono 26.500 sortite, distruggendo più di 5,900 obiettivi militari, inclusi 400 pezzi di artiglieria o lanciamissili e 600 veicoli corazzati o blindati.

Durata Missione:

23/03/11 – 31/10/11

Luogo:

Libia e Mediterraneo centrale

Tipologia:

Peace enforcement, Deterrenza

Base Legale:

Risoluzione 1970 e 1973 del Consiglio di Sicurezza ONU

Paesi Partecipanti:

Belgio, Bulgaria, Canada, Danimarca, Italia, Francia, Grecia, Norvegia, Romania, Spagna, Turchia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Olanda e non NATO: Qatar Emirati Arabi, Svezia, Giordania, Marocco.

Forze impiegate:

Velivoli militari, Velivoli AWACS, Airbus per il trasporto aereo, Aerei cisterna, Sottomarini, Fregate, Portaerei, Droni