JOINT FORGE
Realizzazione di un ambiente sicuro e protetto in Bosnia Erzegovina
Il 20 giugno 1998, la quantità delle forze SFOR venne ridotta di poco. Contemporaneamente, l’op. Joint Guard finiva e l’op. Joint Forge iniziava. Gli Stati Uniti furono d’accordo nel fornire una forza militare di 6.900 soldati per aiutare a scoraggiare qualsiasi ripresa delle ostilità in Bosnia. Questa forza, una componente della SFOR, prese il nome di “Task Force Eagle”. Inizialmente non era stato determinato alcun programma o sequenza temporale per l’op. Joint Forge. La missione sarebbe stata “modificata” periodicamente e la quantità di forze sarebbe stata regolata a seconda delle circostanze. In seguito al miglioramento della situazione in Bosnia, che richiedeva sempre meno peacekeepers nel suo territorio, e al crescente ottenimento della sua sovranità, incluso il controllo dello spazio aereo, Il 9 luglio 2004 l’ONU approva la Risoluzione 1551 che, nell’autorizzare la prosecuzione di SFOR per ulteriori sei mesi, accoglie la decisione della NATO di concludere SFOR entro la fine del 2004 e la decisione dell’UE di avviare in Bosnia, dal 2 dicembre 2004, una missione a guida UE comprensiva anche di una componente militare. Dal 15 luglio 2004 viene reso noto che dopo il termine di SFOR, la NATO manterrà una presenza militare nel Paese con una “Military Liaison and Advisory Mission – NATO HQ Sarajevo”, con specifiche competenze quali l’assistenza per la riforma della difesa e per la preparazione per la potenziale adesione del Paese al programma PfP (Partenariato per la Pace). La decisione di terminare la missione Joint Forge fu presa finalmente nel 2004, ma continuò il supporto alla Bosnia tramite la forza “Althea” guidata dall’Unione Europea.